Biblioteca dell'anima
16/11/2009La domanda infinita: "se" io sono ...clown?
La pratica del Clown è una mediazione corporea che può essere considerata "fuga e/o lotta" (Henmry Laborit) allo stesso momento è certamente un affidare al Clown (alla sua follia) l´uscita dagli schemi, (il fuori dalle rotte abitauali) per recuperare i bisogni di libertà (il cerchio) e il mistero (la biblioteca dell´anima) dello stesso senso della vita per ognuno di noi.
Il Clown risponde alla "domanda infinita": "se" io sono? E, cerca di aiutarci a dare una risposta: Mi Chiamo….. , Mi presento....
Il Clown cerca di rispondere così a quei bisogni di libertà, per soddisfare quelle espressioni più belle della nostra umanità: la rabbia, la tenerezza, la tristezza, la gioia, l´amore.
Le nostre stesse preoccupazioni, in fin dei conti, ci tengono compagnia, se provassimo a sbarazzacene , ci sentiremo vuoti lo spirito del clown è l´unico che può trasformarle e canalizzarle.
Noi non siamo ricettacoli di spazzatura ma veri canali di energia che il clown riesce ad utilizzare, riciclando tutte le nostre preoccupazioni in "elain vitale".
Il clown quindi come trattamento di bellezza. Una "plastica facciale e spirituale"che vi farà apparire e sentire più giovani per fare onore così alla grande intuizione di un grande uomo come Mandela: "c´è sempre tempo per avere un infanzia felice".
Il vostro Clown vi farà spianare le vostre "rughe" dell´anima e del volto. Il volto, la maschera che ci accompagna per tutta la vita e che a volte non riconosciamo, perchè non ci piace neppure o non sappiamo vedere dietro la sua apprenza di bruttezza anche la sua autenticità. Il clown per questo diventa scintilla negli occhi di coloro che sono protesi nel futuro e si aspettano serenamente ancora molte cose. Gli occhi arrivano dopo il vostro naso, perchè è alla sua punta che potrete trovare il paradiso.
Il Clown così vi potrà prendervi per mano ed accompagnare nel luogo più bello della vostra vita, neutralizzando il vostro pensiero (le vostre verità) e potrà farvi contattare il vostro corpo e farvi toccare la vostra realtà: il vostro paradiso nel qui ed ora.
Ora non riconoscere che la biologia è strutturata secondo archetipi, che la catena della vita è formata da 21 aminoacidi, che molti dei cicli vitali si ordinano sulle energie. Che la nostra memoria biologica rappresenta la realtà, mentre i nostri pensieri - come accennavo in un precedente post - sono solo la nostra verità; che bisogna porre più attenzione alla nostra "realtà biologica" più che alla nostra "verità di pensiero", potremmo dire che la "realtà biologica" e la stessa "realtà spirituale" e tutte e solo queste due raccontano la stessa storia reale e che il resto "la nostra verità" il nostro pensiero è pura illusione.
Il corpo la materia è un vuoto-vuoto solo lo spirito lo/la può riempire.
Quindi ogni volta che ci raccontiamo la "nostra verità" che è composta di pensieri, apprendimenti, credenze, cultura, dovremmo comprendere che tutto ciò non è vero, reale, non è l´IO SONO ma siamo noi (cioè l´ego) le maschere che ci siamo costruite e che ci hanno costretto a costruire per difenderci e per questo rischiamo di "essere illusione". L´IO SONO invece è reale, è la nostra realtà biologica ed evolutiva e nel Clown la si può ritrovare. Il clown non è una maschera, è la maschera.
Perché è importante ritrovare la nostra realtà biologica? Ogni volta che noi non riusciamo a nominare la nostra realtà allora siamo malati. Ma quando si può nominare la realtà? Quando siamo in grado di dire "IO SONO" abbandonando l´ego, neutralizzando il pensiero e trasformando il sentimento o il ri-sentimento, nella sostanza riscrivendo le nostre "false credenze".
Nel laboratorio Clown che propongo "Alla ricerca del tuo clown … se trovi qualcos´altro và bene lo stesso" c´è un esercizio incentrato proprio su questa frase e quando "IO SONO" parlo e si inizia a parlare del "se". La parola prende contatto con la "realtà", che non è più pensiero ma è "memoria biologica" essenza della nostra realtà. E´ un pò una parola magica nel mentre "io sono", io creo. Il pensiero, la "credenza" controlla la percezione; la percezione controlla il comportamento ed i geni; La percezione riscrive i geni ed il comportamento. Riscrivere la credenza da la possibilità di riscrivere la percezione. Riscrivere la percezione significa poter riscrivere i geni ed i comportamenti.
E, se mi accade quello che mi accade è perché "IO SONO" perché quella memoria biologica è la sola che nominandola mi fa vivere la mia realtà. Solo così, "nominandola" è possibile cambiare la "realtà" che non mi piace. E ciò può avvenire solo, immaginandone una diversa, senza volontà semplicemente immaginandola.
Nella sostanza attraverso il mio clown Nanosecondo non sono "fuggito" dalla mia "realtà" ma dalla mia "verità" cercando attraverso la fuga (Elogio alla Fuga di Henry Laborit) di recuperare quella parte autentica di me: la mia "realtà biologica" che non più in armonia mi faceva star male.
Il clown creatura immaginaria del "se" - "se" senza accento, come "ponte" tra la nostra verità e la nostra realtà - creatura molto più reale che di fantasia, l´unica che ci può permettere di "navigare fuori dalle rotte abituali" per ricostruire anche una nuova comunità. E, si il clown "strumento0 sociale" per ricostruire una nuova comunità che non usi "eros …sapere e potere" nella sua esclusiva formula ma che possa ripristinare il vero senso dell´amore a partire dal quotidiano, per far rivivere la stessa democrazia. Perché? Ma, il clown è l´unica creatura che può riuscire a far vivere le tre dimensioni dell´amore:
EROS ( Io > Altro ) : Amore sensuale caratterizzato dal voler possedere l´altro (Sensualità). Io voglio possedere te perché sei mio. "Voglio esclusivamente il mio bene". Desiderio sessuale del corpo;
FILIA ( Io = Altro ) : Amore che si fonda su un rapporto relazionale libero, paritario, senza alcuna velleità di possesso (Amicizia). Tu ed Io siamo sullo stesso piano. "Desidero il bene d´entrambi".
AGAPE ( Io < Altro ) : Amore che diventa totale dono di se (Carità). Io mi dono liberamente a te. "Per me il tuo bene è più importante del mio".
Ogni tipologia d´amore sopra descritto genera una sua specifica modalità relazionale tra le persone coinvolte. Secondo questo schema, ogni persona dovrebbe saper vivere questi tre tipi di relazione a secondo della situazione.
Purtroppo, in moltissimi casi non è così. Tutti riescono a vivere la dimensione della sensualità caratterizzata da un egoistico voler possedere o essere posseduti. Pochi riescono ad instaurare liberi rapporti d´amicizia senza chiedere niente in cambio.
Ed è sempre più raro trovare chi vive la stessa carità (il ero senso del dona, non pietista) nella propria vita. Il Clown è di per "se" la mediazione delle "pratiche" corporee, avendo coscienza che la materia, il nostro corpo, è "vuoto-vuoto" e l´unico che lo può riempire è lo spirito, per questo il Clown è: "uomo intero".
Il Clown è colui che vi può accompagnare e guidare nel viaggio avendo coscienza che: "Mio Padre che faceva l´autista di camion mi diceva sempre: non andare di fretta tanto quando arrivi sei già li che ti aspetti da un pezzo."
Clown "Dottore" Nanosecondo
05/11/2009
La Rana e il paradiso alla punta del suo naso..
Il vento s´alzò e lei volò via trascinata dal suo aquilone. Aveva una missione trascinare via le nuvole nere della tempesta. Il Gabbiano le aveva insegnato a volare. Il sole uscì e l´arcobaleno riempì quel pezzo di cielo sullo scoglio dove si erano rifugiati dalla tempesta. Il sole riscaldò i loro cuori e lei iniziò a cantare un canto fatto con parole da sogno, musica di speranza e gocce di mare tranquillo. Questo canto lo udì in lontananza un Pinguino che vagava nei giochi dell´onda della risacca.
Il Pinguino gli parlò di Poeti depressi, di Clown impazziti, di Sirene ferite, di Delfini gioiosi, che volevano solo trovare un po´ di compagnia, di Foche Monache che avevano abbandonato il vestito sulla spiaggia, per farsi un tuffo nel mare profondo, ma che non riuscivano più a cantare il furore delle stelle e l´armonia dei cicli della luna.
Il Gabbiano la seguì dall´alto mentre giocava con il Pinguino e gli disse: "..prova adesso a guardare sulla punta del tuo naso lì c´è il tuo paradiso."
"Ma che sciocchezze dici…." le rispose Lei "…. dai non è possibile!"
"Ma che sciocchezze dici…." le rispose Lei "…. dai non è possibile!"
Il Gabbiano allora le disse: "..se non lo vedi il paradiso sulla punta del naso, prova a trasformati nella stessa sostanza dei tuoi sogni."
"Ma come?" Rispose la Sirena.
"Ma Come? Non conosci la parola magica?" ...rispose il Gabbiano che nel frattempo era planato sulla spiaggia dell´isola dell´incanto......."...è la parola magica che solo le Rane conoscono. Loro abitano gli stagni e lì è concentrata la memoria del tempo. La memoria dell´acqua che fluisce e ristagna, filtrata dalle foglie e dalle radici degli alberi dei boschi. "Pensa…" disse il Gabbiano a Seirà "…. a quanta saggezza è riversata nell´acqua degli stagni?"
"Dai dimmi qual´é la parola magica!" Le chiese Seirà, mentre la coda sbatteva di meraviglia nell´acqua.
"La parola magica è: Kra, Kra, Kra!"
Come Seirà la pronunciò, si trasformò da Sirena in Ranocchia.
Spaventata da quella trasmutazione istantanea, si rese conto però, in quel nuovo stato, che riusciva a vedere cose mai viste prima. Vide Lei stessa quando prima stava sullo scoglio e davanti al suo naso ora c´era un paese fantastico, che prima non vedeva …: boschi, fiumi, uccelli coloratissimi e cascate d´acqua inimmaginabili e montagne immense e mari e due lune e due soli, che davano una luce immensa e soffusa e cascate di polvere di stelle scendevano giu dal cielo.
Davanti al suo naso come d´incanto, da un piccolissimo punto, si proiettava davanti a se tutto questo immenso e nuovo mondo. C´erano uomini e donne che vivevano e giocavano insieme e non si sentiva che profumi di serenità e gioia. Questo panorama si perdeva a vista d´occhio.
Ad un tratto non resistette al prurito. Si gratto il naso, e tutto scomparve così com´era apparso. Si ritrovò sullo scoglio nella tempesta, in attesa che uscisse il sole.
Smarrita di nuovo riflettè. Aveva imparato a trasformarsi nella sostanza dei suoi sogni. Adesso conosceva la parola magica: "Kra, Kra, Kra,..".
Così guardò la punta del suo naso. Prese una foglia che galleggiava su un onda e la trasformò in aquilone e provò a volare in alto per trascinare vie tutte le nuvole nere.
Il Gabbiano volò in alto anche lui alla ricerca del suo ….....Kra, Kra, Kra!
05/11/2009
Mi chiamo: Samalisa, .........arrivederci.
Ebbene si…è arrivata l´ora…c´ho il foglio, non go più scuse, sono sola, sono annoiata..ho tutto il tempo per mettermi di buona lena a disegnare la mia sagoma..allora apro il pc e metto un po di musica.. dannato pc k quando mi serve la musica non parte mai…ci mancava lui a smorzare la mia buona volontà!"
È iniziata così la prima volta..il primo giorno che ho deciso di mettere su carta Samalisa lo stavo facendo xk andava fatto, xk dovevo e non xk VOLEVO..sarà stato proprio il "dannato pc" che mi ha salvato della finzione quel giorno, dall´ipocrisia k sentivo dentro quando ho aperto il foglio, xk non lo volevo fare, dovevo metter su carte me stessa, il mio clown, la mia parte bambina, quella reale e sincera, quando poi mi stavo mentendo da sola?? Noooo! N´è cosa proprio!
Chiudiamo baracca e baracchiell e rimandiamo x l´ennesima volta questo difficile compito.. a quando?
Non lo so..non lo voglio decidere..lo farò quando sono pronta, quando mi va, quando avrò la forza di buttare nel famoso stagno tutti questi orribili sassolini k invece ammasso sulla riva fino a farne un muro. Un muro. Un muro si sentimenti, un muro di emozioni, un muro di parole, un muro di sguardi, un muro di bugie e di verità, un muro da cui non deve uscire nulla, dove è meglio che tutto resti chiuso.
E, lascio chiuso anke il foglio della sagoma, non è il tuo tempo ora Samalisa, mi sa che ti tocca aspettare un po…
E poi..non lo so cos´è cambiato.. so solo che dopo aver passato mezzo pomeriggio a studiare della noiosissima letteratura spagnola, senza pensarci, senza dire mezza parola, sono salita in camera, ho chiuso lo stereo, messo la musica e ho fissato x bene un contorno viola fatto nella stanza di un´amica in una noiosa domenica pomeriggio.
Ho guardato quei tratti incerti ed irregolari e ho visto tutto quello che dovevo, tutto quello che andava fatto, tutto quello che ero, che sono, che sarei tornata ad essere…
Ho preso le tempere che non usavo più dalle scuole medie, un contenitore di acquerelli abbandonati da chissà quanto tempo sul frigo di casa, ho cercato i pennarelli, i colori a dita, l´acqua, i tovaglioli, e tutto quello che poteva servirmi xk, una volta sdraiata sul pavimento niente mi avrebbe più mossa di lì.
Disegnavo, coloravo, sorridevo..le canzoni che scandivano il mio tempo erano messe a caso, e invece sembravano dirmi tutto, a partire da quelle di Amelie fino ad arrivare a quelle ordinarie, e a quelle che non sentivo più da anni..e intanto prendevo vita, e stavolta ero io per davvero, così come mi ero immaginata.
Avevo i capelli castani, le codine che amo farmi quando sto con i bambini, avevo la salopette che assomiglia a quella che usava mio nonno quando faceva il benzinaio, avevo una maglia gialla vivo con l´arcobaleno, un paio di calze a strisce colorate pazientemente a 4 mani di chi mi ha sopportato e Supportato con amicizia e buona volontà, avevo delle palline vicino alle scarpe perché mentre le coloravo avevo accanto un amico che continuava a ripetermi "che palle!" e mi era sembrato giusto accontentarlo, avevo gli elastici dei capelli incollati con un filo colorato che per me sa di amicizia e di legami, x tanti motivi, che mi ricorda volti e persone e attimi che colorano la mia vita di reale, avevo dei disegni poco fantasiosi sul blu della salopette, ma c´è anche l´unico disegno k x me conta davvero…
E, più di tutto c´erano gli occhi. Quando li ho disegnati mi hanno detto "... xk non li fai come quelli dei cartoni animati?". No!
Gli occhi sono la parte più sincera di me, quella reale, con cui non si può mentire, da cui non posso scappare, e che solo in pochi sono in grado di leggere. Gli occhi devono essere reali.
Io mi sento reale!
La sera prima di tornare al laboratorio mi scocciava andare a dormire. Mi scocciava farlo da sola. Sentivo uno strano bisogno di vuoto e compagnia. Ma entrando in camera ad ora tarda, ho visto il mio disegno che mi sorrideva da terra, che mi diceva che mancavano poche ore ad un nuovo bagaglio di emozioni…e allora ho sorriso anche io, ho aperto i colori a dita, mi sono fatta il naso rosso e mi sono augurata la buonanotte lasciando il disegno aperto accanto al letto, così, per compagnia…ed ho dormito felice…
:0)
05/11/2009
Perdersi per conoscersi
Perdersi vuol dire abbandonare il sentiero certo, per prendere quello incerto.
Ma è solo l´incerto che si dà al nostro conoscere, solo nell´incerto io posso far crescere la mia CONOSCENZA.
02/11/2009
EROS....ECONDO? (dialogo immaginifico tra il Clown Nanosecondo ed il Suo Angelo custode Mercurzio)
Nanosecondo: Carissimo Mercurzio te l´ho detto un sacco di volte...i Clown, i Pagliacci, sono gli unici che riescono a parlare con gli Angeli e con i Demoni, a volte si fanno aiutare dai becchini al cimitero. Clown, colonus: contadino; lo zotico, l´inurbano, colui che sta fuori la logica perbenista. Il Clown, il Pagliaccio, è colui che si rotola nella terra e ri-nasce dalla terra. Si sporca per ri-emergere e trasformarsi. Ricicla, nel contempo, tutte le sostanze tossiche e nocive, acide e velenose. Insomma, come il pesce Pagliaccio è in simbiosi con l´Anemone Velenosa per sopravvivere, per questo t´ho detto di aiutarmi a salvare Amleto, anche perché credo che anche lui fosse un clown ed i Clown e poi in fondo sono essi stessi un po´ Angeli ed un po´ Demoni? Per questo a volte facciamo così tanta paura ai bambini. Però come, i contadini riusciamo anche ad utilizzare tutti i residui, gli escrementi, per concimare la terra e far ri-nascere nuovi frutti. Lo sai anche tu che la merda è una benidizione del cielo. Ci aiuta a farci eliminare le cose inutili a noi ma anche utile a noi stessi per concimare i campi e renderli fertili. Anche voi Angeli vi confrontate ogni giorno con il male ma anche tu sai che non puoi eliminare la zizzania se non il grano non cresce. Per questo non siete pronti ad uccidere, nonostante armato anche tu con la spada. Tu lo sai, perchè sono un po´ agnostico, ed oggi anche un pò angosciato ma penso che non si dovrebbe mai uccidere nessun essere umano, animale o vegetale perchè se no uccidiamo un pezzo di noi e del nostro amore per la vita. Qua però na cosa te la devo dire perchè la tengo proprio sul groppone e non "mezze parole": "Il Cristianesimo dette da bere ad Eros del veleno. Costui in verità non ne morì, ma degenerò in vizio". Così scrisse anche un famoso filosofo - che credo che tu conosca molto bene. Annunciò un giorno la morte di Dio, si chiamava Nietzsche, ma io lo so "LUI" si fece una grande risata e disse che poi tutto sommato gli piaceva sto filosofo perchè era uno dei più spregiudicati e radicali pensatori tra gli umani. Dio rise di sè! Anche lui un pò Clown.
Mercuzio: Caro Nanos, sta storia che mo pure Dio è Clown tienitela per te se non ti becchi una scoumunica ...anche se ti dico che LUI quendo sente ste cose si diverte un universo.....ma per tornare a noi ....ti dico che come il riso.....anche l´eros l´esperienza più ignota per l´uomo, anche quando più esibita o mal praticata, della vostra cultura e della vostra storia, che vi offre al contempo una sorta di specchio delle radici più remote e cancellate della logica dei vostri odierni comportamenti sessuali. E´ la storia dell´ "uomo del desiderio" che dovresti riscrivere.
Nanosecondo: Ma che dici Mercù io sta storia - almeno per me - ci sto provando a riscriverla almeno da sei anni. Ma, più che una storia è un viaggio nel tempo che sto realizzando con l´aiuto della mia moto. Una cosa però l´ho capita: solo se riusciamo a trasformare tutte le nostre paure in desidero di libertà e di rispetto possiamo riscrivere la nostra storia. Ma, poi come faccio a riscriverla da solo sta storia se ci sono tanti protagonisti ed io non posso condizionare nessun per il rispetto del "libero arbitrio"? Per questo ho preso a prestito la storia "riadattata di "Amleto avvisato mezzo salvato". Se vuoi è una metafora. Le metafore aiutano a superare le paure e trasformarle in desideri un pò come le fiabe. Non credi?
Mercurio: Questa storia di trasformare tutte le paure in desiderio mi sembra che possa essere un rischio. E, poi stai ancora appresso le Fiabe? Faccio un esempio: se l´uomo trasforma le paure della concupiscenza o della libido in desiderio, rischia di mettere in atto come uomo solo le sue voglie e non si sofferma nell´analisi delle pratiche attraverso cui ogni individuo è stato spinto a fermare l´attenzione su se stesso, a decifrarsi, riconoscersi e dichiararsi soggetto di desiderio, mettendo in gioco gli uni con gli altri un certo rapporto che permette loro di scoprire nel desiderio la verità del loro essere, (per questo hanno paura?) sia esso naturale o viziato.
Nanosecondo: Ma dai per te è facile tu sei asessuato e non puoi provare emozioni, per te è facile "non sei umano", sei un angelo. E, poi lo sai che proprio Voi avete inventato la "morale". Ma ogni morale, in senso lato, comporta due aspetti, quello dei codici di comportamento e quello delle forme di soggettivazione, nel senso di un possibile dominio di sé o alla formazione di uno stile di vita. Non in riferimento ai divieti e alle prescrizioni ma all´implicazione potere-piacere-sapere. Il "soggetto del desiderio" appare come soggetto capace di organizzare la sua vita a partire dall´esperienza corporea che noi, in termini del tutto moderni, chiamiamo sessualità. Ma la sessualità mica l´ho inventata io? L´ha creata Dio, solo per metterci alla prova per farla diventare violenza e paura o per farla diventare strumento d´amore (?). Tu lo sai meglio di me che la centralità del corpo ha una funzione decisiva nella formazione dell´uomo, quel "se" ……(che spesso uso senza accento)... nel senso dell´andare verso l´altro nel rispetto…(un se non condizionato) ..ma anche senza paure ma solo con amorevole desiderio. E´ proprio attraverso la pratica del "se" …..che nel viaggio …il corpo può emerge come soggetto morale. Per questo vorrei salvare anch´io Amleto!
Mercurio: Ma si hai ragione a salvare Amleto, perché credo che il tuo obiettivo dominante come Clown sia quello di aggirare l´ipotesi repressiva o, più propriamente, di chiarire quello strano complesso di colpa della civiltà contemporanea rispetto alla repressione sessuale come colpa storica, che vi ha preceduto e che ancora vi pesa. La sessualità così intesa mette capo all´individualità, al fatto che ognuno di in ogni caso è esso stesso unico e divino e quindi in quanto tale degno di rispetto.
Nanosecondo: E, poi lo sai anche tu, così come vuole Yorick, spirito del teatro, "...memore del fatto che una verità imparata da un buffone si ricorda per tutta la vita...". Ecco penso che bisogna sforzarsi per cercare di trasformare anche il più malefico delfino del re in pesce, ed ogni pesce in delfino del nuovo re più giusto e meno traditore del primo! E, poi lo stesso "soggetto del desiderio" appare come soggetto capace di organizzare la sua vita, a partire dall´esperienza corporea che ogni umano, in termini del tutto moderni, chiama sessualità. A Mercù… cu sta cosa della morale ci avete detto un sacco di fesserie…. lo sapete benissimo che la centralità del corpo ha una funzione decisiva nella formazione del "se…." (andare verso), poiché è proprio attraverso la pratica di "se corporeo" che la materia vuota .. può riempirsi e colmare con lo spirito i suoi vuoti….e così l´uomo può emergere anche come soggetto "morale", comprendendo il vero senso della sessualità come nascita e rinascita dell´uomo stesso. Non più nella PAURA ma nel desiderio e nell´amore, senza più paura che produce violenza.
Mercuzio: Uaoo, beh! Deo "confessarti" a Nanos che sono contento di te la tua esperienza di clown mi fà comprendere anche a me a volte che dobbiamo andare tutti a cercare "il difetto" non solo del pensare al peccato, ma del vivere questa vostra forza naturale, questa energia universale della sessualità con amore infinito. Normalmente gli umani (in verità non so cosa pensaere a volte se tu sei umano oppure no!) praticano quattro grandi assi d´esperienza: il rapporto con il corpo, il rapporto con la sposa, il rapporto con gli altri in generale, il rapporto con la verità di voi stessi e della vostra vita mentale e sociale. Forse non lo sai ma già i greci, uomini saggi che vi hanno preceduto sulla vostra terra intorno al Mediterraneo, hanno caratterizzato la loro vita in merito alla sessualità su tre dimensioni: l´aphrodisia che denota l´ambito materiale dell´esperienza del piacere; la chrésis che riguarda le modalità d´uso dei piaceri e la possibilità di procurarseli e di evitarne i danni; l´enkrateia che riguarda la misura, la giusta proporzione nella fruizione e nel godimento. I greci non avevano nozione della sessualità nel senso vostro attuale. Per loro la personalità morale con-cresce e si dispiega con le potenze stesse della corporeità, che bisogna saper bene amministrare e ben investire per essere felici. Da qui la centralità dell´enkrateia che si caratterizza appunto "come una forma attiva di padronanza di sé, che permette di resistere lottare e assicurare il proprio dominio nell´ambito dei desideri e dei piaceri". La sessualità presso i greci si svolge tra il dominio di sé ( mi va bene sta cosa che dici del "se" senza accento nel senso dell´andare verso…..) e il dominio degli altri: possibile il secondo solo se si realizza il primo.
Nanosecondo: Azz! Finalmente su una cosa ci ritroviamo a Mercù….la corporietà è un dato fisico-naturale secondo l´ordine della natura di Dio (?); il corpo è costituito secondo un regime naturale che deve rispettare, per conservare la sua forza ed il suo equilibrio, e la sessualità è relazione di piacere e di amore, è atto di elezione, solo nel rispetto dell´altro. Allora che dici? Lo possiamo salvare ad Amleto?
Mercurio: Beh! Te l´ho già detto. Non mi sento un Becchino..., e credo di poterti dare una mano comunque, anche se ho capito che, come al solito, per non negare il tuo essere Clown, Pagliaccio ti vai ad infilare sempre in storie di merda. Uaooo! A Nanos , mi stai facendo diventare Clown come te! Queste parole non sono certo degne di un Angelo (?) …anzi ormai quasi arcangelo come me!
Nanosecondo: Azz a Mercù!....finalmente una volta che anche tu dubiti del tuo "se…….."?
Mercurio: Beh ,dal momento che parli del mio "sé", ti voglio confidare che uno dei vostri umani difetti è quello di non sapere che voi giocate sulla triade sessualità-sapere-potere sempre in nome del vostro esuberante "io". Voi uomini dovreste avere il coraggio una buona volta di esercitare verso voi stessi lo sguardo sovversivo del genealogista. E, dunque, ribaltare la prospettiva dalla quale guardare al potere. Sostituire cioè la "prospettiva a volo d´uccello", propria dei filosofi che pretendono di dare, dall´alto, una visione globale della sovranità e del potere, con la "prospettiva della rana", che, da una posizione decentrata, de-angolata, segue la vita reale nelle sue piccolezze, nelle sue apparentemente irrilevanti casualità. È un´analisi dal basso, che deve portare alla luce ciò che si nasconde sotto la superficie dei fenomeni, che si esaminano non il potere sovrano che promana dall´alto e si esercita verso il basso ma i micro poteri (anche e soprattutto individuali) che sono diffusi e in atto a livello del quotidiano, gli effetti che il potere genera nella società, nelle forme della cultura e del sapere. Il potere ,quello vero ,non localizzato solo nelle mani dei governi, parlamenti, aule giudiziarie o delle istituzioni particolari amministrazioni locali, polizie, eserciti che sembrano fatte per trasmettere ordini, farli rispettare e punire chi non obbedisse. Il potere si può esercitare anche da parte di ognuno di noi verso l´altro da "sé", uomo o donna che siano.
Nanosecondo: A Mercù questa è la cosa che più mi cruccia in questo momento. Lo sai è da un po´ di tempo che con la mia moto del tempo stavo viaggiando sulla via del cerchio...quella che arriva alla soglia del cuore....e dove ho incontrato anche un sacco di persone bellissime, con tutte le sofferenze ed amori. E, quando mi sono trovato difronte a questo problema del eros, del sapere e del potere che dici tu mi sono sognato che mi ero trasformato in Gabbiano e così ho iniziato a vedere il mondo da quella prospettiva. Ora tu mi dici che lo devo vedere con gli occhi di una Rana? ......Sai che ti dico ...che forse hgai ragione adesso ci provo: ...kRA, Cra ,Kra, Cra!
28/10/2009
CLOWN, PAGLIACCI, BECCHINI, ANGELI e DEMONI...
Sottitolo
Storia immaginifica e riadattata di
"AMLETO AVVISATO MEZZO SALVATO!"
I Clown, i Pagliacci, sono gli unici che riescono a parlare con gli Angeli e con i Demoni, a volte si fanno aiutare dai becchini al cimitero.
Clown, colonus: contadino; lo zotico, l´inurbano, colui che sta fuori la logica perbenista. Il Clown, il Pagliaccio, è colui che si rotola nella terra e ri-nasce dalla terra. Si sporca per ri-emergere e trasformarsi. Ricicla, nel contempo, tutte le sostanze tossiche e nocive, acide e velenose. Insomma, come il pesce Pagliaccio è in simbiosi con l´Anemone Velenosa per sopravvivere.
Clown, colonus: contadino; lo zotico, l´inurbano, colui che sta fuori la logica perbenista. Il Clown, il Pagliaccio, è colui che si rotola nella terra e ri-nasce dalla terra. Si sporca per ri-emergere e trasformarsi. Ricicla, nel contempo, tutte le sostanze tossiche e nocive, acide e velenose. Insomma, come il pesce Pagliaccio è in simbiosi con l´Anemone Velenosa per sopravvivere.
I Clown essi stessi Angeli e Demoni? Per questo a volte fanno così tanta paura i bambini. Come, i contadini riescono ad utilizzare tutti i residui per concimare la terra. La stessa merda per concimare i campi e renderli fertili.
La stessa merda pietra filosofale di tutta la satira clownesca?
Certo i clown devono fare molte acrobazie per riusciere a "mangiarsi la merda" e per questo è facile che cadono spesso con la faccia nel pagliericcio fetente dove i cavalli da poco hanno fatto i loro bisogni.
Nel teatro dell´incantamento il Clown assume su di se la merda del mondo come Yorick, il giullare di corte, manipola anche lui il teschio con cui Amleto si chiede "essere o non essere...(?)".
Nel teatro dell´incantamento il Clown assume su di se la merda del mondo come Yorick, il giullare di corte, manipola anche lui il teschio con cui Amleto si chiede "essere o non essere...(?)".
Yorick è il protagonista di una bellissima re-interpretazione dell´Amleto di Shakespeare e, in compagnia come fantasma di se stesso e di due Becchini del cimitero, che ritrovano il suo teschio, si pone anche lui la domanda: "....questo è il problema?".
Due Becchini un po´ come gli spazzini (Ops..Operatori Ecologici), che si pongono il problema, in qualche modo, di essere custodi della vita, della morte e dell´arte dell´essere clown.
Anche Yorick cercherà di sventare la tragedia danese, svelando delitti, scandagliando pensieri e ritraendo anime e corpi di tutti i personaggi che hanno vissuto le ultime esperienze di vita di merda, in questa drammatica farsa che è la vita, con un Amleto, anche in questo caso, ormai sacrificato alla vendetta, e/o dall´altra, nell´ironica possibilità di salvarlo, in ogni caso da morte sicura.
E, chi potrebbe compiere questa missione impossibile se non due Clown Becchini ed un Fantasma Giullare come lo stesso Yorick?
Due Becchini un po´ come gli spazzini (Ops..Operatori Ecologici), che si pongono il problema, in qualche modo, di essere custodi della vita, della morte e dell´arte dell´essere clown.
Anche Yorick cercherà di sventare la tragedia danese, svelando delitti, scandagliando pensieri e ritraendo anime e corpi di tutti i personaggi che hanno vissuto le ultime esperienze di vita di merda, in questa drammatica farsa che è la vita, con un Amleto, anche in questo caso, ormai sacrificato alla vendetta, e/o dall´altra, nell´ironica possibilità di salvarlo, in ogni caso da morte sicura.
E, chi potrebbe compiere questa missione impossibile se non due Clown Becchini ed un Fantasma Giullare come lo stesso Yorick?
E, così in ossa e calzamaglie, con assi e nasi rossi, anche noi gettarci a capofitto nell´impresa?
Poiché di ardua impresa si tratta. La loro arte, infatti, si gioca su una scommessa: salvare Amleto, o almeno avvertirlo in tempo di ciò che sta per scatenare per evitare il male! Semmai tentando anche di parlare con qualche Angelo e Demone per aquietarli entrambi delle loro voglie di perdono o di punizione infernale evitando di trafigerlo con la loro spada di fuoco, molto più dolorosa del veleno, prima del tempo.
Il tentativo anche qui è quello di cambiare la storia.
Poiché di ardua impresa si tratta. La loro arte, infatti, si gioca su una scommessa: salvare Amleto, o almeno avvertirlo in tempo di ciò che sta per scatenare per evitare il male! Semmai tentando anche di parlare con qualche Angelo e Demone per aquietarli entrambi delle loro voglie di perdono o di punizione infernale evitando di trafigerlo con la loro spada di fuoco, molto più dolorosa del veleno, prima del tempo.
Il tentativo anche qui è quello di cambiare la storia.
"Amleto va salvato e non ammazzato!"
D´altronde questo è sempre stato il compito di ogni Clown?
D´altronde questo è sempre stato il compito di ogni Clown?
Il naso del Clown può toccar nel segno più della lama avvelenata della spada dello stesso Amleto, o quella degli Angeli e Demoni!
Per questo ora posso ordinare, come la regia di questo spettacolo teatrale ordina (Amleto avvisato mezzo salvato): "...nessuna parodia, ma solo arte comica pura, per riusciere a ridere di se".
E, così come vuole Yorick, spirito del teatro, "...memore del fatto che una verità imparata da un buffone si ricorda per tutta la vita..." bisogna cercare di trasformare anche questo delfino del re in pesce, ed ogni pesce in delfino del nuovo re più giusto e meno traditore del primo!
Come riuscire in questa impresa?
Per questo ora posso ordinare, come la regia di questo spettacolo teatrale ordina (Amleto avvisato mezzo salvato): "...nessuna parodia, ma solo arte comica pura, per riusciere a ridere di se".
E, così come vuole Yorick, spirito del teatro, "...memore del fatto che una verità imparata da un buffone si ricorda per tutta la vita..." bisogna cercare di trasformare anche questo delfino del re in pesce, ed ogni pesce in delfino del nuovo re più giusto e meno traditore del primo!
Come riuscire in questa impresa?
"Come Yorick uccidere Ofelia? Uccidere Polonio? Uccidere lo "zione" cattivo? Rapire il principe danese per tre mesi? O farlo fuori direttamente, tanto è insalvabile?" ....
"Amleto, pur di rimanere in scena, nel caso descritto, prolunga all´inverosimile la scena della sua morte!" ....
"Amleto, pur di rimanere in scena, nel caso descritto, prolunga all´inverosimile la scena della sua morte!" ....
E, questa potrebbe essere un´idea.
Insomma, anche qui dobbiamo inventarci qualcosa per tentare di cambiare la storia.
Insomma, anche qui dobbiamo inventarci qualcosa per tentare di cambiare la storia.
Pensavo a come il pesce Pagliaccio si lega al suo territorio, e di come resta aggressivo. Se avesse le dimensione di un Delfino o di uno Squalo, il pesce Pagliaccio sarebbe un predatore pericolosissimo.
Non abbandona mai il suo territorio e la sua preda, se non per formare una nuova famiglia.
Per fortuna che il suo raggio di azione, essendo piccolo, piccolo, è di pochi metri e quindi se pur nella difesa dei suoi confini è piuttosto aggressivo, è in ogni caso limitato è rimasto piccolo nonostante la sua aggressività, ma nun ci´arriv?
L´essere rimasto piccolo, pare che sia anche la fortuna dei subacquei. Figuratevi se fossero stati grandi come i Delfini o gli Squali, i mari sarebbero stati interdetti dalle immersioni, e la stessa Protezione Civile sarebbe stata allertata! Berlusconi sarebbe arrivato con le tende e gli scout! Figurat?
L´essere rimasto piccolo, pare che sia anche la fortuna dei subacquei. Figuratevi se fossero stati grandi come i Delfini o gli Squali, i mari sarebbero stati interdetti dalle immersioni, e la stessa Protezione Civile sarebbe stata allertata! Berlusconi sarebbe arrivato con le tende e gli scout! Figurat?
Credo che anche voi avrete potuto ammirare le loro piroette, che segnalano il nervosismo quando vi avvicinate al loro territorio, sono molto divertenti, anche se un pò invandenti.
Vivono in simbiosi con gli anemoni. Infatti, erano anche chiamati pesci anemone. Sazz´ecchano chuoll!
Sono di una bellezza folgorante, si possono trascorrere immersioni intere a fare macrofotografie con il rischio che vi riportate a casa migliaia di souvenir - in quantità industriale - e non sapete neppure dove metterli e/o esporli.
Sono di una bellezza folgorante, si possono trascorrere immersioni intere a fare macrofotografie con il rischio che vi riportate a casa migliaia di souvenir - in quantità industriale - e non sapete neppure dove metterli e/o esporli.
Insomma, bisogna stare attenti hai tentacoli urticanti e letali anche degli anemoni nei quali si rifugiano, perchè come la spada di Amleto, le punte sono intrise di veleno e sono molto viscidi.
Loro si proteggono con uno strato di muco appiccicoso, che rende inefficace il veleno, restando al sicuro dagli attacchi di altri pesci, proprio nascondendosi tra i tentacoli, mentre voi rischiate di essere feriti a morte, se solo vi sfiorano.
Loro si proteggono con uno strato di muco appiccicoso, che rende inefficace il veleno, restando al sicuro dagli attacchi di altri pesci, proprio nascondendosi tra i tentacoli, mentre voi rischiate di essere feriti a morte, se solo vi sfiorano.
Ora la questione è delicatissima!
L´anemone protegge il pesce Pagliaccio, e quest´ultimo, come dicevamo prima, protegge l´anemone dai possibili predatori, che inoltre lo pulisce dai residui di cibo sul mantello. Questa è la loro esistenza in simbiosi, e più in specifico di ‘simbiosi mutualistica´: entrambi gli esseri ricavano vantaggi dalla loro vita in comune. Un pò come i becchini e le ossa, come gli angeli e i demoni, come i clown e la merda.
Si lo so pochi lo sanno! Ma, i piccoli pesci Pagliacci, nati dalle uova deposte tra i tentacoli dell´anemone, sono di sesso maschile, solo in seguito si trasformano in femmine.
Questo processo però è influenzato dalla femmina della colonia, che è l´individuo più grande. L´anemone, con il pesce pagliaccio femmina, come ‘capofamiglia´, impedirà agli altri esemplari di cambiare sesso, e così si potrebbero salvare, dalle aggressioni dei propri simili.
Ecco credo che questa potrebbe essere una strada. Trasformare il Delfino cattivo del Re in un pesce Pagliaccio e farlo diventare all´occorrenza, femmina o maschio per evitar di far danni.
Spero che questo tentativo non resti inutile e questa storia non finisca in maniera tragica come nel caso di Amleto che muore comunque trafitto dalla spada, cadendo con la faccia nella merda di un cavallo, mentre duella con Orazio che gli annuncia l´arrivo di Fortebraccio il Re buono che disporrà grandi funerali per il defunto principe, suo Delfino.
Nel frattempo che vi raccontavo questa storia immaginifica ho parlato con il mio angelo Mercuzio che mi ha detto: "... non mi sento ancora un Becchino...ma, credo di poterti dare una mano...in questa storia di merda".
Spero che questo tentativo non resti inutile e questa storia non finisca in maniera tragica come nel caso di Amleto che muore comunque trafitto dalla spada, cadendo con la faccia nella merda di un cavallo, mentre duella con Orazio che gli annuncia l´arrivo di Fortebraccio il Re buono che disporrà grandi funerali per il defunto principe, suo Delfino.
Nel frattempo che vi raccontavo questa storia immaginifica ho parlato con il mio angelo Mercuzio che mi ha detto: "... non mi sento ancora un Becchino...ma, credo di poterti dare una mano...in questa storia di merda".
"ESSERE O NON ESSERE Clown: QUESTO E´ IL PROBLEMA!"
Nota Bibliografica:
Scritto in un momento di turbolenza religiosa e al risveglio di uno scisma perchè come Amleto non mi sento meglio del peccatore che ogni Clown deve in ogni caso punire, travolto anch´io dal non aver soddisfatto quell´amore che a volte porta all´oblio della follia. Lo spettacolo "Amleto avvisato mezzo Salvato" è di Giampiero Pizzol, della Filarmonica Clown e di Renato Sarti, che cura anche la regia.
03/10/2009
Il gabbiano le Sirene, tra silenzio e canto e specchi magici
Nei giorni scorsi mi sono chiesto se le Sirene sono pesci o uccelli e se per caso il Gabbiano non sia l´uccello che meglio possa comprendere le Sirene.
Il Gabbiano è abituato a volare tra cielo e mare anche lui. E´ acquatico e sa volare in alto come le stesse Sirene con il loro canto.
Il Gabbiano poi è consacrato a Teti - figlia di Urano e di Gea - e considerato un collegamento tra cielo e mare, dell´acqua dispensatrice di rigoglio e di fecondità. Il Gabbiano è anche il simbolo di una rapida pace e tranquillità tra gli elementi e forse è l´unico essere che può aiutare le Sirene a superare la loro infelicità.
E, già! Forse pochi lo sanno, ma le Sirene sono esseri infelici!
Le Sirene sono esseri infelici per la loro natura biforme: "gli artigli fanno pensare che si tratti di donne-uccello, secondo la tradizione più antica (certo condivisa da Omero, che peraltro non le descrive), e non di donne-pesce. Il fatto che i loro lamenti risuonino come un canto non ne allevia il dolore, e nel contempo le rende un pericolo per chi ascolta."
Che quello delle sirene non sia un canto felice è anche l´opinione di Maurice Blanchot: «Pare che cantassero, ma in un modo che non soddisfaceva, che lasciava appena intendere in quale direzione si aprissero le vere sorgenti e la vera felicità del canto. Tuttavia, coi loro canti imperfetti che erano un canto ancora a venire, guidavano il navigante verso quello spazio dove il canto potrebbe cominciare veramente. Non promette all´eroe nient´altro se non la copia di quel che ha già vissuto, conosciuto, sofferto, nient´altro se non lui stesso»
Ciò che le sirene promettono è falso, perché chi si lasciasse sedurre dalla loro voce incontrerebbe la morte, ma nel contempo è vero, «poiché è attraverso la morte che il canto potrà elevarsi e narrare all´infinito l´avventura degli eroi»
Ma, "…le Sirene hanno un´arma ancora più terribile del canto, il silenzio. Non è accaduto, ma si potrebbe pensare che qualcuno si sia salvato dal loro canto, ma certo non dal loro silenzio." (1)
La stessa illusione, da parte di Ulisse, di essersi liberato delle sirene, di averle sconfitte con il suo buon senso, si rivelò infondata, perché «esse l´attirarono là dove egli non voleva cadere, e, nascoste dentro l´Odissea divenuta il loro sepolcro, lo impegnarono, lui e molti altri, a quella navigazione felice, infelice, che è il racconto».
"Ulisse, dunque, ha avuto bisogno di accostarsi alle sirene tanto da ascoltarne il canto, per avere un´esperienza realmente profonda da raccontare, ma ha dovuto sottrarsi a questo canto per poter sopravvivere e dar vita alla narrazione , al suo viaggio." (Blanchot - «Ulisse diventa Omero»).
«Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei, / ferma la nave, la nostra voce a sentire. / Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera, / se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce; / poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose. / Noi tutto sappiamo, quanto nell´ampia terra di Troia / Argivi e Teucri patirono per volere dei numi; / tutto sappiamo quello che avviene sulla terra nutrice» (2)
Micheal Focault dice che, la promessa contenuta in questi versi è quella di cantare le vicende della guerra di Troia, quindi anche la storia dello stesso Ulisse.
Italo Calvino dice: «Cosa cantano le Sirene? Un´ipotesi possibile è che il loro canto non sia altro che l´Odissea. La tentazione del poema d´inglobare se stesso, di riflettersi come in uno specchio si presenta varie volte nell´Odissea, specialmente nei banchetti dove cantano gli aedi; e chi meglio delle Sirene potrebbe dare al proprio canto questa funzione di specchio magico?»
Beh! Mi convinco sempre più che il Gabbiano è l´unico essere che può aiutare le Sirene ad allievare il loro dolore.
Nanos
01/10/2009
Il Clown Nanosecondo ed il suo gabbiano smarrito....(dialogo immaginifico tra un Clown ed il Suo Angelo)
Nanosecondo - Carissimo Mercuzio, angelo mio, sai ho fatto un sogno l´altro notte. Ero diventato un Gabbiano e volavo in alto mare senza nessun punto di riferimento. Mi ero smarrito. Ad un tratto poi, in lontananza nuvoloni neri accompagnati da saette enormi e paurose, e tuoni altrettanto terribili mi facevano tremare tutto dalle ali alle zampe.
Mercuzio - A me da bambino hanno insegnato a conoscere il mormorio delle nuvole, lo stridore delle comete che impaurivano gli abitanti della terra e a non temere il lamento pauroso del vento nelle serate invernali perché dovevo volare per vivere ……
N- Poi sono riuscito finalmente a volarci intorno e mettendo la coda al vento mi sono fatto spingere fino ad uno scoglio che è apparso quasi per magia. Non era molto grande ed il mare. agitato dalla tempesta. ogni tanto mi faceva schizzare onde e schiuma bianca sulla testa. Mi sembrava un diluvio.
M- Vedi la differenza tra noi angeli e voi umani……..noi voliamo per vivere, voi vivete per volare e volate solo per magia, incanto o fantasia.
N- La cosa strana è che avevo un anello nella zampetta sinistra che fischiava con il soffio del vento in maniera diversa, a seconda di come orientavo la zampa. Ero un gabbiano smarrito, in mezzo ad una tempesta, su uno scoglio in mezzo al mare. Mi sembrava un incubo.
M- E continui ad avere incubi alla tua non tenera età. Mi sa, Nanos, che ti sta succedendo qualcosa di strano e di abituale per gli uomini. Cose che capitano agli uomini nelle ‘notte maliconiche´…notti terribili con colori foschi, pensieri cupi che annunciano ‘il miracolo´ della vita .
N- Ad un tratto ho sentito un lamento. Era una Sirena che cercava anch´essa di salire sullo scoglio, era esausta. Si vedeva che aveva nuotato da parecchio nella tempesta e non ce la faceva più. Mi sembrava smarrita anche lei, anzi no era ferita alla testa. Si aveva una brutta ferita alla testa, due grosse cicatrici sanguinanti.
M- Eccola! La sirena "adgnosco veteris vestigia flanmmis" ….conosco i segni dell´antica fiamma …..sospirava Didone alla vista dell´amato-straniero Enea spossato dalla fatica e dai pericoli del mare periglioso e nemico. .
N- Non sapevo come aiutarla per farla salire sullo scoglio, quando ad un tratto un onda, un po´ più grossa, la spinse tanto da farla sedere in un sol colpo affianco a me. La situazione mi sembrò anche un tantino imbarazzante. Ma tanto è, che dovevamo salvarci in due dalla tempesta.
M- Sono gli dei che si divertono con i mortali creando pericoli, disavventure, ostacoli per fargli credere, ingenui, che "per aspera ad astra" cioè che nelle difficoltà si arriva fino alle stelle. Perchè a te sembra di colpo di essere già al famoso settimo cielo, nevvero?
N- Cosi lei si presentò: "Ciao, mi chiamo Seirà". Mi parlo dei suoi amori e delle sue ammalianti avventure. Sapevo che le Sirene sono esseri marini, dal temperamento malevolo, che sfruttano le loro doti di seduzione sessuale, mostrando la parte superiore del corpo, per attrarre ignari giovani marinai, ed ucciderli trascinandoli nel mare, ma io ero un Gabbiano che male mi avrebbe potuto fare se parlavo con lei? - mi chiesi - nessuno?
M- ‘Seirà´ che bel nome e che bella fantasia! Ma un po´ di storia non ti fa male, caro Nanos. Le sirene erano la personificazione dei torridi giorni canicolari, quando Sirio (da qui il loro nome) dardeggiava senza pietà nel cielo infuocato; erano vampiri, demoni di calore, di putrefazione, di voluttà, di lussuria. L´Ellade, però, le rivesti di forme nuove, diede loro cuore e vesti verginali; le spedì in occidente in cattiva compagnia…..Ma vedo che continuano ad usare le vecchie armi e che ti hanno colpito con il loro migliore colpo….il colpo di sole.
N- Ma che colpo di sole era nuvolo Mercù, e parlando con lei sentivo odore di morte. Sapevo che le Sirene, se non riescono ad uccidere, si uccidono esse stesse. Lei mi parlò che si trovava in quella condizione perché aveva cercato di uccidersi, ma non ce l´aveva fatta a compiere il gesto sacrificale, poi aveva visto lo scoglio e si era avvicinata per cercare di salvarsi.
M- A benedetto o maledetto scoglio! Ricordati però che poeti e filosofi ,dopo Omero, insistettero sempre più sulle sembianze e gli attributi umani delle sirene, sul fascino e il mistero della voce, del canto e sulla bellezza dei lineamenti. Tu sappi che comunque sono creature speciali con una loro identità e natura superiori agli uomini per sentimenti, intelletto e soprattutto passione creatrice, amorosa e poetica.
N- Mi raccontò, appunto, che stava cercando di ammaliare con il suo canto un giovanotto strano ma che questi all´ultimo momento si era involato con uno strano arnese tra le mani, che tra l´altro faceva un baccano della miseria, sembrava una moto, mi disse: "Il mio canto era reso nullo dal frastuono del motore di quella moto
che partì di colpo…" continuando il suo racconto "..lo stesso giovanotto, in lontananza, vidi che si era tramutato in uccello. Mi sembrava un gabbiano."
M- Nanos……Con le sirene si può convivere solo se si è in possesso di magia, fantasia, poesia, canto e soprattutto sogno.. "Una volta le sirene sfidarono le Muse ad una gara di canto, poesia e musica; ne uscirono battute e le Muse vollero ornarsi con le penne delle avversarie sconfitte. Chi non è tentato di vedere in questa leggenda la vittoria della musica del canto, della poesia sulla improvvisazione primitiva di un canto naturale e arcaico ?
N- A questo punto pensai ma fa che sta parlando di me? Ma io sto solo sognando e che c´entra tutta sta storia adesso. Mi stavo innamorando di una ragazza che mi aveva cercato di ammaliare con le sue parole, senza immaginare che fosse una Sirena pronta ad uccidermi? Dovevo stare attento! Mi dissi tra me e me. Se avesse compreso che ero io mi avrebbe potuto uccidere all´istante, anche adesso che stava parlando con me Gabbiano - senza saperlo -, anche se ferita e quasi in agonia?
M- Attento agli artifici, alle visioni, che voi umani considerate strumenti femminili tout court! Le sirene greche infatti vengono raffigurate con i caratteri dell´eterna giovinezza e attrazione femminile: se ne stanno sugli scogli circondati dal mare con la lira in mano, o sorgono dalle acque lucenti, percuotono i cimbali e scompaiono. Nel loro mito ci sono quella indeterminatezza, distanza e discrezione che rendono possibili le interpretazioni più diverse e costituiscono il fascino di molte altre concezioni greche, che non sono il prodotto di una mente sola, ma formano una specie di complesso poliedrico, che riflette i vari strati delle culture sovrapposte : forme belle ,ma evanescenti .E un po´ il mondo femminile in assoluto con gioie e dolori che tanto intrigano gli esseri umani….
N- Carissimo Mercurio io non ci capisco più niente aiutami mi so proprio perso e non so se in un sogno o è realtà ed a questo punto devo pensare che già so morto?
M- Morto …ma perché mai? Tramortito sì ma piacevolmente credo. Quello che noi immortali invidiamo in voi uomini è proprio la possibilità di sentire il ‘piacere´, l´eros´ oltre al dolore. L´uomo nei momenti migliori della sua vita ha grande necessità non solo di creare miti e divinità a sua somiglianza soprattutto per viverli con intensità e passione. E, poi gli uomini sono gli unici essere umani che inventano consapevolmente le loro finzioni e hanno il coraggio di chiedere agli altri l´approvazione e il loro parere.
N- Ma è vera sta cosa che l´attraversamento dell´acqua è la prova necessaria per il passaggio tra due livelli di realtà, quello profano e quello sacro e che quindi la natura mi sta mettendo alla prova e che le anime dei defunti sono raffigurate da uccelli? Quindi il mio Gabbiano non nient´altro che la raffigurazione della mia anima (persa) ed il mio corpo si è trasformato in uccello perchè io già so morto e non me ne sono ancora accorto?
M- La morte non è argomento serio per le nostre finzioni e i nostri inganni. La morte è purtroppo una cosa molto seria per giocarci su con la fantasia o l´inganno. A noi il compito di trovare buoni e belli argomenti per ingannarci. Questa dei due livelli è buon argomento per ‘i filosofi´ a cui noi abbiamo dato il gusto e il senso di creare labirinti mentali con cui giocare alla ricerca dell´essenza, dell´eternità e di Dio. Ma tu ,Nanos, hai scelto la strada dei Clowns che è più leggera e seria di quella della Civetta di Minerva che ha l´ardire di voler insegnare agli uomini a saper guardare nella notte della mente degli uomini con la pretesa di scoprire la verità una volta per tutte. Io ti consiglio di restare nel tuo corpo di bianco gabbiano vivo negli occhi e leggero nel corpo anche nella folle pretesa o il coraggio di volersi confrontare in amore con una sirena ammaliatrice e conturbante. In un momento di riposo spossato su uno scoglio di fortuna e in un momento di pausa del suo volo del sogno e della fantasia per portare consapevolezza e gioia ai poveri umani intristiti nelle doloranti e appesantite prove della loro difficile e sempre più complicata vita terrena.
N- Sto già passando in rassegna su questo scoglio la mia vita?
M- Bene! Approfittane per rivedere la parte bella del film della tua vita e raccontala con sentimento, amore e passione alla povera e bella sirena che ti è capitata tra le mani. Non annoiarla con pensieri forti e pesanti …ricordati che è un essere umano e marino e che predilige la leggerezza e la liquidità alla solidità e rigidità umana.
N- Questo mondo così strano che vedo solo adesso racchiuso in questo fazzoletto di scoglio sperduto anch´esso in mezzo al mare ed alla tempesta, come può rappresentare per un attimo tutte la mia vita quello che ho fatto, detto e scritto finora, sull´amore, sulla gioia e sulla bellezza della vita, e non comprendere ancora come tutto ciò ha un rapporto con la morte.
M- Ancora con la morte !Ma voi uomini perché confondete o meglio avete il cattivo gusto di volere sempre mettere assieme amore e morte? Questo che stai vivendo è una esperienza tipicamente d´amore. Fatto unico e irripetibile nella vita di un essere umano. E, allora è con l´amore che devi confrontarti …giocare la tua partita a scacchi umana troppo umana. In questa tua esperienza amorosa confluiscono altri motivi e suggestioni: Orfeo sta per la poesia, o in genere per l´arte; Ulisse per la curiositas: le due principali risposte alla seduzione intellettuale operata dalle sirene. Tu vuoi una vita poetica o una vita curiosa. Un mio consiglio spassionato: lascia ai filosofi la curiosità, il dubbio, il sospetto. Tu avendo trovato nelle pieghe della tua anima ‘il clown´ che sonnecchiava in te continua a inforcare la tua ‘moto del tempo´ e se riesci a convincere la tua sirena prova a portarla con te per un bel viaggio tra le nuvole che lei non conosce. Ma mi raccomando non promettergli "il viaggio definitivo e assoluto della sua vita. Sono animali essenzialmente fisici e non amano la metafisica.
N- Certo, un mare in burrasca, uno scoglio dove sono Gabbiano con a fianco una Sirena che si è cercata di uccidere perché ha fallito il suo compito, mi fa sperare che l´acqua del mare e della pioggia, che qui continua a cadere scrosciante e impetuosa, possa mettere fine a questa sofferenza ed al più presto si ponga lo stesso scoglio come un ponte per l´aldilà. Ecco adesso ho paura e spero che presto possa ricomparire l´arcobaleno..
M- L´arcobaleno è già dentro di te …non aspettarlo dall´esterno. Il tuo vero arcobaleno è la sirena che è ti è capitata di incontrare e che per ora, per necessità o volontà è sullo scoglio con te, gabbiano spossato, affaticato e triste. Le piogge e i temporali passano sempre e gli scogli sono il luogo su cui ti tocca vivere il più bel sogno della tua vita amorosa ‘hic et nunc´ (qui e ora)….non trasformare mai un luogo di vita concreto in un ponte mentale o irreale. Trasforma questo piccolo scoglio nel tuo giardino del tuo Eden …..vivilo profondamente sapendo che non c´è nessun Dio che possa migliorarlo o annullarlo tranne che nelle mitologie religiose. Questo lo puoi fare solo tu in piena libertà e volontà.
N- Certo io vorrei riuscire a volare ancora come Clown con la mia moto del tempo e mi va bene anche come Gabbiano, ma vorrei andare verso una nuova vita. Mi hanno detto che c´è un´isola che si chiama dei Beati, ma per andarci non ho capito come fare.
M- Pinzillacchere, fanfaluche e fantasie per bambini. Non ci sono isole felici e meno che meno strade percorribili e segnate da altri ."Hic est Villanoviana di Etruria (Pontecagnanus) est nisi deficias animo aequo" La felicità è dove ti trovi a vivere Villanoviana ...se non ti manca la tranquillità o l´equilibrio dell´animo.
N- Comprendo che l´evoluzione della mia specie, come uomo intero, come clown, non può che passare senza forzature tra la conoscenza, la memoria dell´acqua e la forza tentatrice del sesso ammaliatore che poi t´uccide, ma possibile che l´amore sia morte e non, assenza di morte? Ho è questa l´assenza di morte? il non amare ma essere uccisi dall´amore. La sirena è il mezzo che mi potrà far conoscere l´amore?
M- La sirena, come qualsiasi altra esperienza, può essere anche un mezzo ma tu sai che è soprattutto un fine, un essere umano-marino che va vissuto, amato e anche rifiutato e o odiato ma solo a partire da questa convinzione e rispetto. L´amore non è mai un fine che si possa raggiungere ….è uno stato mentale o fisico che è già in noi e che può essere evocato, cercato, ricreato a patto che si hanno le occasioni e le capacità per riconoscerlo. Il resto è filosofia, letteratura o anche poesia che serve solo a renderci la vita meno noiosa e superficiale . E´ finzione e in questo modo deve essere vissuta.
N- Ecco spero che tu mi possa rispondere e salvare e farmi comprendere come sciogliere questo incantesimo e salvarmi. Chiederò anche aiuto ad Afrodite, che punì tutte le Sirene per aver disprezzato le gioie dell´amore.
M- Ma Afrodite è una immortale e si diverte per gelosia a stuzzicare e anche deviare gli uomini dalla vita semplice, facile e felice. Io ne avrei rispetto ma a dargli fiducia o anche pregarla….eviterei se fossi in te. Ma tu parli ancora di incantesimo e di salvezza. Devi sapere che chi ascolta questi canti, dice Omero, non torna più a casa e alla famiglia. Il che può significare che per certi uomini la saggezza val più della felicità domestica: ma si tratta di una esagerazione poetica senza dubbio. A tale proposito ti ripropongo ciò che scriveva Omero ad Ulisse, l´astuto o il saggio:
"O molto illustre Ulisse, o degli Achei somma gloria immortal: su via, qua vieni, ferma la nave; e il nostro canto ascolta. Nessun passò di qua su negro legno, che non udisse pria questa che noi dalle labbra mandiam,voce soave; voce, che inonda di diletto il core, e di molto saver la mente abbella. Chè non pur ciò, che sopportaro a Troia Per celeste voler Teucri ed Argivi, noi conosciam, ma non avvien su tutta la delle vite serbatrice terra nulla, che ignoto o scuro a noi rimanga"
Capito!?!?
Un nanosecondo o mille anni è la stessa cosa.... per un Clown!?....
<< 1 2 3 4 5 6 7 >>